Rapporto ospedale-territorio: ruolo del MMG

Gaetano Piccinocchi,
Segretario nazionale organizzativo della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG)


Secondo alcuni, i Medici di Medicina Generale sarebbero oggi gli unici autentici eredi dell’antica tradizione della Medicina Interna, quella tradizione che è stata in buona parte ridimensionata di fronte all’incalzante avanzata della medicina iper specialistica e tecnologica. Da sempre dotata di pochi mezzi e costretta ad applicare indirizzi clinici spesso concepiti al di fuori del proprio contesto, la Medicina Generale ha sofferto negli anni passati il confronto con un’altra medicina, più moderna, più scientifica, certo, ma tendente alla frammentazione ed alla spersonalizzazione dei problemi.

La capacità di mantenersi ancorata ad un approccio globale al paziente, la continuità dell’assistenza e l’attenzione agli aspetti della malattia legati al vissuto personale del malato, sono stati i punti di forza della Medicina Generale e gli elementi che le hanno consentito non solo di sopravvivere, ma anzi di mantenere nel tempo elevati indici di gradimento nella popolazione. Tuttavia oggi si presenta una inderogabile spinta al cambiamento che anche la Medicina Generale è chiamata ad affrontare.

È giunto il tempo che anche questa branca della medicina recuperi al suo interno una dimensione scientifica che le consenta da un lato di rappresentare la dimensione ed il valore dei propri interventi e dall’altro di porsi finalmente a confronto con le altre aree della medicina, sviluppando obiettivi di crescita costruttiva e, all’occorrenza, anche di competitività. Definire standard di qualità applicabili al settore delle cure primarie e costruire gli indicatori che rendano misurabili tali standard, costituisce oggi una delle sfide decisive per il nostro settore.


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