Alessandro Vatrella
Titolare Cattedra Malattie dell’Apparato Respiratorio
Università di Salerno – AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona
La realizzazione di un Libro Bianco sulla gestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) nella Regione Campania rappresenta un’importante opportunità di discussione su questa complessa patologia respiratoria che, per la sua crescente diffusione, sta diventando un gravoso problema di sanità pubblica. La pubblicazione del Libro Bianco fa seguito ad un altro recente traguardo raggiunto nella nostra Regione, l’approvazione del percorso diagnostico terapeutico (PDTA) per la BPCO, valutato da parte dei referenti regionali e recepito dal Decreto Commissario ad Acta n. 40 del 5 Maggio 2015.
La BPCO può condizionare in maniera significativa la vita dei pazienti alterandone profondamente la qualità. Tale malattia risulta spesso sottostimata e sottodiagnosticata. A causa della sottovalutazione dei sintomi e della mancata diagnosi, la BPCO è, infatti, spesso diagnosticata soltanto in fase avanzata di malattia e di vita, quando la funzione respiratoria è già significativamente compromessa. In alcuni casi, la prima diagnosi viene addirittura fatta nel corso di una riacutizzazione che abbia richiesto l’ospedalizzazione.
D’altra parte la diagnosi di BPCO viene spesso formulata in modo erroneo ed in assenza di un esame spirometrico. La mancata aderenza a linee guida validate, l’assenza di protocolli diagnostico-terapeutici e il ricorso inappropriato al ricovero per riacutizzazioni costituiscono i mali principali da sconfiggere, sia per giungere ad una diagnosi precoce e migliorare la qualità di vita del paziente affetto da BPCO, sia per una ottimizzazione dei costi legati alla gestione della patologia.
Quali soluzioni? Da un lato, occorre agire sulla prevenzione con la finalità di abolire, o quantomeno ridurre, i fattori di rischio: in particolare risulta di fondamentale importanza la cessazione dell’abitudine al tabagismo. Dall’altro, si deve ottimizzare la terapia farmacologica, che deve mirare al controllo dei sintomi, alla riduzione della frequenza e della gravità delle riacutizzazioni e, al miglioramento della funzione polmonare e della qualità di vita dei pazienti. La scelta terapeutica deve, comunque, essere personalizzata tenendo conto della gravità della patologia, considerata nel suo complesso dei sintomi, della funzione respiratoria, delle complicanze, della presenza di comorbilità e delle caratteristiche individuali dei singoli pazienti.
Come per ogni altra patologia cronica, occorre ottimizzare un percorso diagnostico appropriato che richiede una sempre più proficua collaborazione tra i diversi attori coinvolti. Un approccio multidisciplinare integrato tra specialisti pneumologi, medici di medicina generale (MMG) ed altre figure professionali può rappresentare un modello innovativo di gestione della BPCO in grado di ottimizzare l’approccio diagnostico-terapeutico al paziente, migliorare l’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza alla terapia, influenzando positivamente gli outcome di natura sia clinica che economica.
Solo l’integrazione delle diverse competenze professionali potrà portare ad un miglioramento degli standard di diagnosi e cura, che si sono finora rivelati in molti casi inadeguati in tutti gli stadi della condizione patologica, costituendo un problema generale a tutti i livelli di intervento, dalla prevenzione fino alla gestione a lungo termine delle fasi avanzate della malattia.
Il Libro Bianco della Regione Campania sulla BPCO può costituire un valido strumento per una migliore definizione di quelle criticità da affrontare e superare con l’apporto di tutte le componenti coinvolte: dalle Istituzioni politico-sanitarie all’Università, dalle Società scientifiche alle Aziende farmaceutiche.
La speranza è che questa campagna di sensibilizzazione sulle patologie respiratorie sia finalmente in grado di avviare efficaci programmi di intervento per dare risposte adeguate alla giusta richiesta di salute dei nostri pazienti.
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