Rosa Falotico, Paolo Mariani,
Università degli Studi Milano Bicocca
Il settore della Sanità Pubblica italiana si è trovato a dover affrontare
pesanti restrizioni sul bilancio, strettamente legate alla necessità
del Governo nazionale di contenere la spesa pubblica (Vanara, 2008; Fattore, 2012). Tutto ciò ha avuto molteplici ripercussioni nel settore farmaceutico.
In particolare, sono cambiate radicalmente le politiche farmaceutiche
in concomitanza con la razionalizzazione della spesa sanitaria
(Fattore, 2008).
Il primo grande intervento nel settore farmaceutico si è avuto
dopo la crisi del 1993-94 e ha portato alla ristrutturazione dell’intero settore
della sanità pubblica in Italia. Un elemento di forte novità è stato,
inoltre, l’introduzione nel 2000 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)
deputata al controllo del mercato farmaceutico a livello nazionale.
Gli elementi di maggiore interesse in quest’ambito si sono presentati
nei primi anni del Duemila (Fattore, 2008) e hanno riguardato,
soprattutto, un significativo ridimensionamento della spesa pubblica destinata alla Sanità e un’evoluzione dei comportamenti degli stakeholder presenti nel mercato dei servizi medico-sanitari.
Nelle politiche di spesa pubblica in Italia non sono cambiati solo
i budget a disposizione, ma si è spostato soprattutto il potere decisionale.
È possibile riassumere quest’evoluzione in 3 punti principali:
1) contenimento della spesa,
2) ottimizzazione delle politiche pubbliche (managerialismo),
3) riconfigurazione del sistema sanitario e devolution.